La seconda vittoria in quattro giorni porta la Juve a -7 dal primo posto, con Napoli e Lazio a tiro (-3). Aquilani ha ricordato che questa non è la Juve di Zidane ma una squadra fornita di due doti: l’umiltà e la pazienza
TORINO, 17 gennaio - L’idea della Juve di affidarsi a Luca Toni per risolvere il problema del gol era giustificata dalle circostanze. Ovvero dall’infortunio di Quagliarella e dalla carenza di grandi attaccanti sul mercato. Ma tra giustificata e giusta passa una certa differenza. La stessa che esiste tra un pur valido rimedio e un progetto. O tra il mercato di gennaio e quello estivo. Tesi, quest’ultima, cara alla proprietà bianconera, che ha rimandato ai mesi caldi i grandi colpi in grado di legittimare l’idea e la parola scudetto. Nel frattempo si inseguono giocatori in cerca di riscatto o di una vetrina che consenta loro una definitiva consacrazione, vedi Floro Flores. Soggetti utili a completare il gruppo, a non perdere colpi in ottica Champions. L’obiettivo di stagione. In tal senso, la domenica che ci siamo lasciati alle spalle ha fornito responsi importanti per Gigi Del Neri. La seconda vittoria in quattro giorni porta la Juve a -7 dal primo posto, con Napoli e Lazio a tiro (-3), dimostrando che il pessimismo diffuso era fuori luogo. Tesi ribadita da Alberto Aquilani, uno che ha la statura tecnica per risolvere parecchi problemi, ieri anche quello del gol. E lo spessore per andare al cuore della questione. Ovvero di ricordare ai tifosi che la Juve attuale non è quella di Zidane. Si tratta, in effetti, di una squadra che deve soffrire per domare ogni partita, ma che sembra fornita fin d’ora di due doti: l’umiltà e la pazienza. Utili per vincere sfide come quella con il Bari e, merita ricordarlo, anche quella con il Milan. Non è così poco, guardando da dove si è partiti.
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